Mondiali di calcio 2006. Germania.
L'Italia ha appena sconfitto in semifinale i padroni di casa.
Si spalancano le porte della finale di Berlino (che andremo a vincere).
Urla. Clacson.
Vi ricordate chi stavate abbracciando?
A me non andò male, venni "stritolato" da Laura Barriales al grido di "Vamos! Vamos!"
Avevo 20 anni, degli improbabili capelli lunghi ed un contratto da stagista in Rai che mi aveva fatto passare l'estate a Reggio Calabria per la registrazione del programma TV CD-Live (se lo ricordate avete più di 30 anni).
Non avevo idea di cosa avrei fatto nella vita.
L'abbraccio della presentatrice spagnola mi aveva sicuramente scombussolato, ma in generale non sapevo cosa sarebbe stato di me.
Nel frattempo Fabio Caressa, il telecronista, invitava (metaforicamente) a fare le valigie: si andava tutti a Berlino per la finale.
A 13 anni di distanza (mi piace prendermela comoda) faccio letteralmente la valigia.
A Febbraio sarò a Berlino per un workshop di fotografia.
In realtà il termine workshop non rende giustizia, perché sarà un'esperienza di condivisione con i più grandi fotografi a livello nazionale ed internazionale.
E' stato chiamato Reminiscence: un punto d'incontro per fotografi che cercano qualcosa di diverso dalle tendenze attuali.
Sarà qualcosa di più di realizzare delle belle foto per il mio portfolio.
Sarà confronto. Sarà ispirazione.
Sarà evoluzione. Ho riflettuto parecchio se scrivere o meno questo articolo.
Chi mi conosce sa quanto sia riservato e non mi piace molto parlare di me o di quello che faccio.
Ma credo sia importante mostrare il percorso che si compie a chi decide di scegliermi.
Far capire l'impegno e la dedizione che si nasconde dietro ogni scatto.
Comunicare che ogni obiettivo raggiunto serve ad alzare ancora di più l'asticella della qualità.
Perchè la foto migliore sarà sempre la prossima.
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